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STEFANIA SANTINI: L'AMORE CREA SOLO BUONI FRUTTI ...

intervista a Stefania Santini.
Stefania Santini nasce il 15 agosto del 1972 a Spoleto, una piccola città dell’Umbria, il “cuore verde dell’Italia”, una terra di pace e tranquillità, impregnata di spiritualità.

GLI ANTICHI CONOSCEVANO GIA' LA “PILLOLINA BLU”

Molti racconti, miti e leggende si sono susseguite sul "frutto dell'amore” : il 'piccolo-Cola', il suo nome scientifico Garcinia cola, che secondo le popolazioni indigene dell'Africa occidentale, sarebbe dotata di un certo potere afrodisiaco, esso ricopre un ruolo importante nelle cerimonie religiose e profane, in tutti gli atti importanti delle popolazioni sud-saheliane, rappresetando anche un simbolo di fedeltà e per essere certi dell’amore della propria sposa.

UNA DONNA IN RINASCITA . . .

intervista a Ludovica Sagramoso Sacchetti
Ludovica Sagramoso Sacchetti, donna eclettica classe 1965, milanese, sensibile, simpatica effervescente, professionista di successo, appartenente al mondo della Milano da bere!
Incontrata diversi anni fa in veste di fotografa, mi colpirono la sua dolce ma forte personalità e femminilità che riesce con sapiente maestria a trasferire nelle sue fotografie! Donna dal grande temperamento, volto molto spesso verso i più deboli si trova ora in un momento importante della sua vita, dove si tirano le somme. Davanti ad una tazza di cioccolata Ludovica è come un fiume in piena mi racconta la sua voglia di svoltare verso una seconda vita: “Ho appena terminato di smantellare il mio studio; il trasloco per me è come fare una serie di sedute dall’analista, una lunga e interminabile serie di flash-back di una parte della mia esistenza. E’ come mettersi a guardare un trailer autobiografico.”.... racconta Con lo sguardo fisso davanti a sè e gli occhi lucidi, affiorano i mille ricordi, emozioni, sensazioni e situazioni vissute, il trasloco diventa così un momento di immersione nel passando attraverso gli oggetti impolverati che si riprendono in mano, molti dei quali finiti nel cosiddetto “dimenticatoio” ma eccoli lì a rappresentare tutto ciò che si è vissuto, che è passato e non si rivivrà mai più.

Progetto Emo Casa: semplicemente per fare del bene

L'Associazione contro la leucemia e le altre emopatie maligne per la ricerca clinica e la terapia domiciliare "Progetto Emo-Casa" -ONLUS- (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale), è un'organizzazione di volontariato fondata a Milano, presso l'Ospedale Niguarda Cà Granda nel settembre 1997 da un gruppo di privati cittadini, fra cui la Dr.ssa Enrica Morra, Primario della divisione di Ematologia presso lo stesso Ospedale. Progetto Emo-Casa collabora anche con l'Ospedale Manzoni di Lecco garantendo una borsa di studio per un’infermiera impiegata presso lo stesso Ospedale.

MASSIMO PISANI il MOTIVATORE PERSONALE

intervista a Massimo Pisani
Chi non vorrebbe che i propri sogni diventassero realtà? Molto spesso però da soli non siamo in grado di poter capire come fare per migliorare la nostra vita. E l'aiuto di validi esperti potrebbe essere una soluzione.

ADDIO ALLE DEDICHE SUL VECCHIO GESSO, DALLA NUOVA ZELANDA IN ARRIVO L'ESOSCHELETRO!!!

L'idea nasce a Jake Evilll, laureato alla Victoria University della Nuova Zelanda, quando gli dissero che doveva ingessarsi la mano fratturata non voleva rassegnarsi all’idea di passare 40 gg. con un arto immobilizzato da un calco in gesso, da qui l'idea brillante di creare un vero e proprio esoscheletro (che riproduce la forma ad alveare interna alle ossa), una struttura leggera, riciclabile e soprattutto lavabile, indossato come fosse una corazza protettiva esterna.

Questo archetipo è sotto molti punti di vista rivoluzionario  porta  ad archiviare  il “caro” calco in gesso dove gli amici prontamente si propongono di offrire le loro doti poetiche con dediche di ogni tipo, senza citare i fastidiosi pruriti, le irritazioni.
Tecnica innovativa l'esoscheletro di Jake Evill offre un sistema tecnologico avanzato di supporto localizzato ai traumi, completamente ventilato, molto leggero e igienico, riciclabile e anche bello esteticamente, mantiene  ferme le ossa da riparare per favorirne la rigenerazione, evitando al tempo stesso urti con oggetti esterni. Il tutto però con un vantaggio: la maggior parte della cute non è coperta e l’aria è libera di circolare mantenendo i tessuti asciutti.  Se poi l’infortunio avviene in estate all’elenco dei fastidi si aggiungono la naturale sudorazione della pelle e l’impossibilità di trovare sollievo con una doccia.
I protocolli per il  suo utilizzo partono dall'esame diagnostico ai raggi X per stabilire esattamente in quale punto è avvenuta la rottura, si scansiona in tre dimensioni della parte interessata per rilevarne con precisione dimensioni e conformazione, si procede alla stampa in 3D del calco da indossare, laddove si ritiene di dover rafforzare la struttura la maglia verrà elaborata più fitta offrendo così maggior sostegno.

Il caro vecchio gesso ha quindi i giorni contati,  quello strato bianco rassicurante, costellato di firme, che ha avvolto migliaia di braccia e gambe fratturate farà parte dei nostri ricordi.  Alcuni centri specializzati hanno aderito alla sperimentazione e presto diremo addio ad un altro  pezzetto del nostro passato.


Marinella Ventura

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