La violenza contro le donne: politiche di contrasto e strumenti di protezione

Femminicidio, stalking, violenza di genere, politiche di contrasto e strumenti di protezioni, questi sono stati i temi principali discussi nella sala del Castello Gallego di Sant'Agata di Militello (Messina) sabato scorso. Di questo si è parlato durante il convegno, organizzato dall’avv. Mariella Oriti e Loredana Maccora, componenti della Presidenza Provinciale delle ACLI di Messina,con il patrocinio del comune di Sant’Agata di Militello, l’Ordine degli Avvocati di Patti ed il Parco dei Nebrodi. La sala del Castello Gallego era gremita di gente tra addetti ai lavori e non. Il presidente provinciale delle Acli di Messina ha moderato e gestito gli interventi delle relatrici che si sono susseguite sulla scena.
Questo è uno dei punti salienti su cui si è posta l’attenzione, in quanto è necessario che la società sia rieducata e sensibilizzata all’uguaglianza, tra uomo e donna. Il miglior da cui iniziare sono le scuole, di ogni grado perché è qui che si formano gli uomini e le donne di domani. In seguito, l’avv. Carmen Currò, presidente del Centro donne antiviolenze di Messina (CEDAV), ha posto l’accento sulla circostanza che spesso le donne vittime di violenza familiare sono restie a denunciare, perché spesso l’uomo da citare è il proprio compagno e padre dei propri figli, ciò rende tutto più difficile e doloroso. Spesso si sopporta negando persino di fronte a dei segni evidenti, per mantenere quella facciata da famiglia felice che tutte le donne hanno sognato da bambine. Molte volte è la paura a far si che non si prenda in mano la situazione.
L’intervento della dott.ssa Maria Milia, sostituto procuratore presso il Tribunale di Patti, ha focalizzato l’attenzione sulla risposta delle istituzioni al fenomeno. Evidentemente la risposta di tipo penalistico arriva sempre dopo che la violenza si è consumata. La dottoressa in particolare ha fatto rilevare che dall’analisi del fenomeno si è potuto accertare che gli autori di questo tipo di reati, tra questi anche lo stalking, sono uomini che mediamente hanno circa 42 anni e quindi questo è un fenomeno che riguarda soggetti che sono cresciuti in una società moderna e non dovrebbero essere condizionati da un retaggio culturale che relegava le donne al ruolo di sottomesse. Infine la dott.ssa Tina Camuti, psicoterapeuta e presidente dell’Associazione la Clessidra di San Piero Patti, ha posto l’accento sulle conseguenze psicologiche che subiscono le vittime di violenze. Dice la Camuti che le denunce sono nettamente inferiori alle reali situazione di violenza e maltrattamento subito dalle donne. Spesso si tratta di donne giovani, senza lavoro e con figli che nascondono e negano anche l’evidenza perché non sanno come andare avanti dopo aver intrapreso la strada della denuncia. Le donne subiscono, ma non sono le sole a soffrire della situazione di disagio, anche i minori, costretti a vivere le continue violenze fisiche,verbali e psicologici, questo inciderà, dice la psicoterapeutica, sullo sviluppo psichico del bambino, svilupperà gravi difficoltà relazionali e comportamenti in età adulta. Il dibattito è stato molto intenso, per l’ importanza dell’argomento, su cui è necessario parlare, ma ancora più importante dislocare punti di ascolto nel territorio, incoraggiare le donne a parlare, garantendo a loro e ai loro figli sostegno e protezione. Bisogna far crollare il muro del silenzio, e dell’ amore malato che spesso amore non è. Tutte le relatrici si sono trovate d’accordo nell’affermare che nonostante le opere di sensibilizzazione, i centri anti-violenza, i programmi dedicati e tanto altro, la violenza di genere , il femminicidio, lo stalking, sono fenomeni in netto aumento. E' necessario battersi senza sosta, affinchè, si affermino le politiche di contrasto e si rafforzino gli strumenti di protezione che sono la base principale alla lotta contro la violenza di genere. Le condanne ai reati, anche se sono sempre più lunghe arrivano sempre dopo che la donna ha subito violenza, o addirittura dopo che la donna è stata uccisa, quindi bisogna prevenire che si arrivi a ciò.